L'Arrotino - La VerArte

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O' Mmeglio 2
Prima di  vederlo apparire  si sentivano le sua grida, che spesso  sfociavano nel volgare: “Ammola Forbici” “Ammola Ammò”. Era l’artigiano per eccellenza, era l’arrotino, con tutto il suo marchingegno.
 
 
Un pedale, situato alla fine dell’asta di metallo principale, collegata a sua volta con un ferro a forma di girella, riesce a trasmettere la rotazione all’asse della ruota di legno. Attraverso una cinghia, generalmente di cuoio, la trasmissione viene riprodotta ad una carrucoletta, montata sulla stessa asse dov’è posizionata la mola in pietra. Quest’ultima sempre sormontata da una “buatta” (barattolo) mezza logora e sudicia, mantenuta su attraverso un’asticella di metallo. Da questa fuoriesce, attraverso un tubicino, dell’acqua, la quale, lentamente ha il compito di raffreddare e lubrificare il pezzo da molare. Il tutto montato su di una cassa di legno alla quale, negli anni 50, venivano installate delle ruote per rendere l’attività itinerante.
 
Ammola Fuorfece e curtielle, ma affilava anche rasoi e tutto ciò che avesse bisogno di una lama tagliente.
 
L’arrotino che lavorava a bottega era invece detto “ammulatore”.
 
 
Naturalmente, il meccanismo di rotazione della mola funziona perfettamente.
 
Su di un lato ho realizzato un porta attrezzi dove sono riposti tanti coltelli da affilare. Quelli appena affilati invece sono adagiati sul vecchio ceppo da macellaio.
 
Questo pezzo è stato terminato nella prima settimana di agosto del 2012 ed è appoggiato su di una base che riproduce una pavimentazione in cubetti di porfido. Misura 18 cm x 15.
 


                                    Sito  fatto  da  me,  aggiornato  a  giugno 2021
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