In molte città, specie nelle più grandi, ci sono
monumenti che nessuno degna di uno sguardo, su cui non si posano gli occhi di
turisti, pendolari o pellegrini. Sono le vecchie
edicole di giornali. Una
volta “piccoli templi” di quotidiani e settimanali, riviste e fumetti,
buste regalo e figurine. Oggi, che parole e immagini hanno preso a correre
nella rete, le edicole sono spesso ridotte a scheletri di lamiera, a scarti, ad
archeologia senza valore. Un ritrovo di umanità, un crocevia di sguardi e mezze
frasi, di indugi e chiacchiere, una finestra sulla città e sul mondo, da dove
sbirciare sulla vita degli altri. Con la complicità dell’edicolante, spesso una
specie di confidente, una delle prime persone che incontravi nella lunga
giornata e che ti accoglieva di primo mattino con una battuta o un sorriso.
L’edicola come spazio del tempo sospeso, una retroguardia dove indugiare prima
di andare sulle frontiere del nuovo giorno. Questo lavoro, ‘ch m’ piace nù sacco, misura
30x30x16, mi è stato ispirato dall'edicola che versa in stato di abbandono in
Piazza Dante a Napoli. Per la prima volta, come cerco di fare con ogni opera, ho
sperimentato delle nuove tecniche di costruzione, infatti, grazie ai preziosi
consigli di un tecnico specializzato, sono riuscito ad illuminare, con dei led
bianchi a 12 volt, sia l’interno dell’edicola che le insegne dei giornali, creando
un'atmosfera particolare, specialmente al buio. La fatica più impegnativa è
stata quella di ricercare, specialmente tramite internet tutti quei libri,
riviste e quotidiani degli anni 60, epoca alla quale s’ispira il lavoro. Alla
fine mi sono reso conto che ho realizzato ben 445 pezzi, tutti opportunamente inseriti
negli appositi scompartimenti lungo sia le pareti interne che quelle esterne . Aprendo
la porta sul retro si nota il vassoio contenente la colazione dell’edicolante.
E’ appoggiata sul pavimentoa quadri
bianchi e neri e la gusterà appena terminerà il meticoloso lavoro di
catalogazione delle riviste, tutto questo mentre il gattone dorme acciambellato
sullo sgabello dietro i quotidiani. Le tende a strisce sono tirate su per consentire una visione
ottimale di tutto il lavoro. Fatemi precisare che le riviste, i giornali, i
fumetti e i libri si trovano anchedietrola porta d'ingresso, sotto il bancone dove
non sono visibili. Infatti questa mia mania di riempire di oggetti le mie
creazione, anche quando non si vedono, mi ha fatto ricevere sempre la stessa
frase: “ chè miett à ffà”. In alcune foto è possibile anche ammirare un piccolo
portartiviste esterno all’edicola, oggetto che generalmente veniva usato per
esporre la mercanzia sui marciapiedi. Quest’ opera è stata iniziata a fine
marzo 2011 per essere finita a metàmaggio.