Il Carrozzone - La VerArte

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O' Mmeglio 2
 
Il Carrozzone gitano è una tipologia di abitazione mobile, che ha origini molto antiche, legata principalmente alla cultura di popoli nomadi abituati ad usare questo mezzo di trasporto per facilitare il continuo cammino del loro popolo, usato, principalmente, per sfuggire alle persecuzioni dei tedeschi che ritenevano gli ebrei una “razza inferiore”, etnia, indegna di esistere, che andava perseguitata, imprigionata, seviziata, sterminata.
 
Chi si avvaleva del carrozzone non lo utilizzava solo come abitazione principale, ma veniva sfruttato anche per esercitare le proprie attività lavorative, sociali, è all’occorrenza anche quelle illegali.
 
 
Forse non tutti sanno…. ma sembra che anche Charlie Chaplin, morto in Svizzera nel 1977, sia nato su un carrozzone gitano e non a Londra come lui stesso ha scritto nelle sue memorie. L'attore sarebbe nato nel carrozzone appartenuto a sua zia, una regina zingara di Smethwick, vicino a Birmingham. “Se proprio vuoi saperlo, sei nato in un carrozzone, proprio come me gli disse la zia”. A dichiarare tutto questo è stato il figlio Michael. Ma gli attori che hanno usato questo mezzo usato dai rom, sono parecchi, da Rita Hayworth a Yul Brynner fino a  Michael Caine.
 
Nella storia ci sono stati altri tipi di carrozzoni: da quelli usati dalle compagnie teatrali, circensi o giostrai, che li usavano per portare i loro spettacoli in qualsiasi parte del pianeta, a quelli usati per trasportare i detenuti o persone  fermate, fino ai cosiddetti carrettoni usati per celebrare i funerali, mezzi sempre trainati da cavalli.
 
 
Questo lavoro è nato per puro caso. Pensavo a cosa creare, così, senza alcun obiettivo, ho costruito 4 ruote, tra cui 2 più piccole. Per giorni mi rigiravo queste ruote tra le mani, poi un’idea. La mia intenzione primaria era quella di realizzare un semplice carro, comunemente chiamato diligenza, quei mezzi di trasporto che ci riportano nei film di cowboy durante il periodo del FarWest. Un carro semplice con la classica copertura a cupola di tela. Il primo atto dunque era realizzare il telaio, struttura modificata continuamente. La difficoltà riscontrata è stata quella di realizzare lo snodo, strumento fondamentale per consentire alle ruote anteriori di girare.
 
Subito dopo aver, per grandi linee realizzato il telaio, ho eretto le pareti del carrozzone, cosi, pezzo dopo pezzo sono andato avanti. Le finestre, le persiane la porta d’ingresso, la stampa del parato interno, l’invecchiamento delle pareti con acrilici e acquarelli. Poi gli arredi interni, la poltrona, la vecchia cucina-stufa, il letto le sedie il comodino la tavola imbandita e la credenza. Terminato l’interno, incollavo il primo strato di compensato per dargli la forma a cupola al tetto. Dopo questo passaggio mi accorgevo che gli interni non si vedevano perché al buio. Caspita mi sono detto, tutto questo lavoro per non vedere niente ? Ci voleva un rimedio, cosi ho pensato di aggiungere una illuminazione a led, (tecnica già usata sia per il Giornalaio che per il King Cold) tanto il tutto sarebbe stato ricoperto con un altro strato di compensato e per finire una sottile lamina di metallo, completamente arrugginita, originariamente una insegna di divieto di sosta raccattata per caso lungo una strada di Napoli, operazione questa, molto complessa, sia per dargli la giusta curvatura sia per il suo fissaggio.
 
Con l’ancoraggio della copertura metallica si chiudeva il capitolo interni. Adesso bisognava pensare a come rivestire ed allestire gli esterni. Riflettevo, consideravo, ponderavo….ho iniziato cosi a intagliare una infinità di listelli di legno, tipo bastoncini per i gelati. Li ho poi incollati alle pareti cercando di dare una sorta di movimento, alternandoli, nel senso, nelle forme e nei colori. Bisognava poi impegnarsi a realizzare i particolari esterni. Il rosone oro della porta d’ingresso, il pergolato giallo, la balaustra azzurra, la botte, il baule, la valigia, la stia, il cassettone che contiene lo spinotto per l’alimentazione, i lampioncini all’ingresso, la gabbia per l’uccellino, la sedia, i sacchi. E poi i fregi realizzati con i sottopiatti delle torte, gli ornamenti (sia sul tetto che sui lati) fatti con le stecche interne di un ombrello, e poi la pala la zappa e il magaglio o tridente, posizionati sotto il carro, proprio come il baule. Sembrava fatto…ma…..mi rendo conto che l’impianto elettrico non funzionava più, evidentemente, da qualche parte avrò tranciato qualche filo….quindi…riapro il tetto ( come si vede da alcune foto)  e creo un altro circuito dove poter far passare i fili, altri giorni di lavoro. Ci mancava ancora qualcosina… tre fioriere da posizionare sotto le finestre, tra cui una cambiata in corso d’opera per consentire di sbirciare meglio l’interno, naturalmente sovrastata dalla tenda arrotolata.
 
Mi manca solo invecchiare la parte sottostante, il telaio e le ruote, tentando di dare l’impressione del vissuto.  
 
Non mi resta che dare le dimensioni: il carrozzone misura 42 lunghezza 57 totale – 29 altezza totale – 21 larghezza.

                                    Sito  fatto  da  me,  aggiornato  a  giugno 2021
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